sabato 25 marzo 2017

Perché lo dice Krilli

Krilli ha letto il primo libro della saga "La Guerra degli Elementi".
Ecco cosa ne pensa. E se lo dice Krilli ;-)

Imperdibileee
Recensione "Gli eredi di Atlas" di miss Santiago: Veronika non scrive, lei racconta, emoziona, rapisce i lettori tra intrighi e avventura, fantasia e realtà. Il romanzo è un gioco di scoperte. Quattro i protagonisti Aisha, Aurora, Duncan e Dean. Quattro storie, quattro background diversi che troveranno in Bolton la guida verso il loro destino. Il sogno di Aisha ci catapulta subito all'interno del romanzo che scopriremo essere fin da subito avvincente e povero di fronzoli. Il romanzo è un fantasy dallo stile contemporaneo, mai eccessivo. I personaggi sono descritti così bene da farci conoscere ogni loro pensiero, anche nascosto, in un percorso che non vede cambiare solo il corso delle loro vite ma anche le loro anime. Il testo è pulito e scorrevole. Un romanzo che ti inchioda alla lettura, letto il primo divorerete il resto della saga. Quattro vite parallele descritte in fotogrammi che si alternano senza mai confondere. Buona lettura krillers!

Potete seguire Krilli su: 


Un'amicizia improbabile quella tra Duncan O'Connor e Dean Barton 
e sicuramente non iniziata nel migliore dei modi...


Estratto da "Gli Eredi di Atlas" (La Guerra degli Elementi - Vol. 1)

Duncan guardava divertito il suo compagno di viaggio fissare in modo maniacale ogni più piccolo movimento del marinaio e del capitano. Patetico. Era confortante vedere una persona così a disagio proprio mentre cominciava a rendersi conto di essere finalmente tornato libero. Con un pizzico di cattiveria pensò a come doveva essere arrabbiato suo padre non sapendo dove fosse. Senza dubbio non era preoccupato per la sua salute, ma era certo stesse tremando all'idea che potesse ripiombare incontrollato nella sua vita e incrinare il suo mondo prestigioso dove contavano solo le apparenze. Sì, quest'idea lo faceva sentire proprio bene.
    «Ti chiami Dean, giusto? Io sono Duncan» disse porgendo la mano al ragazzo con il quale stava condividendo il viaggio. Non che gli interessasse fare amicizia, ma pensò che fosse un piccolo passo per iniziare a rientrare nel mondo senza sbarre alle finestre.
    «L’avevo capito» rispose senza guardarlo, così in tensione da rasentare la paranoia.
    «Senti, magari ci siamo incontrati in una situazione un po’ particolare, comunque...»
   «Particolare è un eufemismo! Io non voglio grane, ok? Non m’importa chi sei o come ti chiami. Sono un marinaio, mi è stato offerto un posto di lavoro sull'isola e ho accettato. Fine della storia. Non voglio saperne niente di reati ed evasioni» chiarì con un’aggressività impacciata che era chiaro non gli appartenesse.
    «Ok, amico, come non detto» rispose con disprezzo. «Pensavo solo che, visto che andiamo nello stesso posto, potevamo fare due chiacchiere, così tanto per passare il tempo» continuò scuotendo la testa. «Ma forse hai ragione, lasciamo perdere. In effetti non me ne frega nulla di chi sei e cosa ci fai qui.» Il perbenismo non faceva per lui.
    Negli occhi di Duncan brillò una scintilla di rabbia: quel tizio non era nessuno per giudicarlo. Si scambiarono un’occhiata carica di sfida e l’aria intorno a loro si fece elettrica. Lo scontro non ebbe seguito solo perché una fitta nebbia, tanto densa da sembrare solida, abbracciò l’imbarcazione. Dean mosse un passo verso il marinaio, ma prima di riuscire a raggiungerlo il pesante manto si dissolse rapido com'era apparso. Duncan sfoderò senza ritegno un sorriso di scherno, prendendo sfacciatamente in giro il suo rivale per quel tardivo tentativo d’azione. Senza parole nuovamente si sfidarono. Il sopracciglio destro di Dean ballò per il nervosismo sopra gli occhi del colore di un mare in tempesta e per Duncan guardarlo fu uno spasso.


Che i Divini Principi Increati approvino le vostre azioni e guidino la vostra mano

Veronika

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